C’è un via vai in via Madonna dei Monti in occasione dell’inaugurazione della personale di Aleardo Nardinocchi. La galleria si anima di luci e colori, opere di una convulsa vitalità, mai finite, mai paghe. L’artista suggerisce e dà indicazioni, ritorna sulle sue tele, le modifica, le cancella, offrendoci ora una parte, ora il tutto… E il reticolo, che dà il nome alla mostra, si compone e ricompone nelle singole opere, ma è anche una rete che avvolge e pregna di sé l’intera personale, che appare avviluppata in una logica che viene costantemente sfidata, talvolta infranta. E’ lo stesso Nardinocchi a darci un’idea di questo reticolo, rielaborazione di quello caro all’architettura, che scansiona il territorio, lo regola. Partendo dalla realtà concreta Nardinocchi ricompone situazioni spazio-temporali in un continuo dialogo tra elementi. I quadri sono divisi in celle, incardinati in caselle che danno l’occasione di sviluppare il pensiero per ricostruire situazioni, accadimenti reali ancorati sulla tela attraverso simboli, lettere e numeri che non solo casuali, ma fanno da perno tra la realtà e l’immaginario sollecitato dalla scomposizione creativa, che si articola su differenti livelli fino a farsi gioco, ironia.
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